Che genere di violenza, conoscere ed affrontare la violenza

27 Settembre 2023

RECENSIONE DEL LIBRO DELL’AUTRICE MARIA LUISA BONURA in collaborazione con Marcella Pirrone – Edizioni Centro tudi Erickson

È sicuramente un libro che possiamo consigliare a tutti e a tutte, professionisti/e e no.

In questo testo l’approccio teorico si interseca con le storie reali incontrate dall’autrice nella sua esperienza professionale rendendo la lettura più leggera e chiara. E’ rivolto a chiunque voglia capire la violenza maschile sulle donne, comprenderla nelle forme, nelle dinamiche e nelle sue conseguenze, ma anche capire che cosa si può fare per affrontarla.

Il libro contiene molti spunti operativi utili ai/alle professionisti/e, ma anche ad amici e parenti di donne vittime di violenza che vorrebbero dare il loro sostegno in modo utile senza rischiare di fare passi falsi e compromettere ulteriormente la situazione.

Tre, infatti, sono gli atteggiamenti più diffusi in chi incontra per motivi professionali o personali donne vittime di violenza: – il movimento centrifugo, che tende a f uggire dalla situazione e a non volerla affrontare; – il movimento centripeto in cui l’osservatore esterno cerca di intromettersi nella relazione sostituendosi alla donna nelle decisioni pensando di poterla così tutelare; – l’alleanza connivente in cui l’osservatore si coalizza con il maltrattante giustificandolo.

La Dot.ssa Bonura spiega con efficacia perché tutti questi movimenti di fatto sono dannosi per la possibilità della donna di avviare un percorso di fuoriuscita dalla violenza. Un quarto movimento, quello del testimone consapevole, è ancora molto poco diffuso, ma è l’unico in grado di generare una possibilità di innescare un percorso positivo.

In genere, quando si parla di violenza sulle donne, pensiamo alla violenza fisica e alla sua forma estrema del femminicidio, ma la violenza comincia quasi sempre con quella psicologica e con forme di controllo che all’inizio della relazione possono sembrare forme di interessamento per la compagna, e possono essere addirittura scambiate per forme d’amore. Saper riconoscere i primi segnali della violenza diventa perciò fondamentale per poterne uscire in tempo:
non è mai troppo presto per intraprendere un percorso di emancipazione.

L’autrice affronta il tema a 360° ed aiuta a capire il ruo lo che tutti noi abbiamo e gli stereotipi più radicati nella società. Questi stereotipi e queste idee rappresentano il terreno fertile su cui la violenza prospera. Essere testimoni consapevoli, innanzitutto, significa non colludere con il maltrattamento e avere un pensiero critico sugli stereotipi culturali che tutti i giorni ci circondano e non giudicare i comportamenti che, agli occhi di chi non conosce le dinamiche della violenza, possono sembrare paradossali, ma che in realtà sono sono effetti della violenza stessa.

Il libro si articola in due sezioni.

Nella prima parte l’autrice esplora la violenza di genere partendo dalle definizioni e dai luoghi comuni sulle vittime e sui maltrattanti. Elenca, descrivendole anche con storie vere, le varie forme di violenza basate sul genere; entra nelle dinamiche della coppia caratterizzata dalla relazione maltrattante e nei meccanismi che cronicizzano la violenza spiegando
chiaramente quali sono i vincoli materiali e psicologici che impediscono, senza un aiuto esterno, la rottura del ciclo della violenza. Ci aiuta a capire che ruolo abbiamo, tutti e tutte, nella rigenerazione della violenza o nella possibilità di interrompere la sua perpetuazione; e in chiusura ci spiega le conseguenze, i danni provocati dalla violenza alle donne, ma anche ai minori che vi assistono.
La violenza assistita oggi in Italia non è un reato a sé, ma è un’aggravante del reato di maltrattamento in famiglia; in realtà, spesso, sono proprio i minori che assistono alla violenza sulle loro madri a subire i danni maggiori compromettendo il loro sviluppo psico-fisico.

Nella seconda parte viene analizzata la rete dei professionisti e delle professioniste che intercettano la violenza e vengono illustrate le linee guida su come accogliere ed ascoltare una donna vittima di violenza, il ruolo delle varie istituzioni (dei Centri Antiviolenza, delle Forze dell’Ordine, dei Presidi Sanitari, dei Servizi Sociali, ecc.). Vengono
illustrati alcuni strumenti per la valutazione del rischio e le indicazioni su come costruire scenari di protezione e percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Inoltre, sono illustrati gli strumenti legali utili in una situazione di violenza. In chiusura l’autrice ci riporta storie vere di donne che sono riuscite uscite dalla violenza perché questo è il messaggio che dobbiamo riuscire a passare: uscire dalla violenza si può!

Quest’ultima parte potrebbe sembrare rivolta esclusivamente ai professionisti ed alle professioniste, ma è utile a tutti perché illustra ciò che ognuna dovrebbe aspettarsi nell’interazione con la rete e permette così di monitorare l’efficacia di quanto c’è sul territorio.

Il libro è corredato da una bibliografia completa.

Maria Luisa Bonura è psicologa clinica esperta nell’accoglienza di donne vittime di violenza. Si è formata presso il Centro Antiviolenza “Le Onde” di Palermo e ha lavorato per il 1522 (Numero Nazionale di Pubblica Utilità per il contrasto della violenza di genere e dello stalking). Oggi vive e lavora in Trentino-Alto Adige dove coordina un servizio di accoglienza residenziale di emergenza per donne vittime di violenza.